Il Tar della Toscana, pronunciandosi sul ricorso presentato da Enpa, Lac, Lipu e Wwf, ha emesso un’ordinanza che sospende il piano triennale di controllo del cinghiale nella parte in cui consente la caccia in braccata.
“La caccia con il metodo della braccata è un sistema particolarmente crudele nei confronti degli animali e di forte impatto sull’ambiente, per questo siamo felici che il Tar l’abbia sospesa”, commentano le associazioni. “Ora attendiamo l’udienza di merito.La legge regionale per la gestione degli ungulati è un fallimento, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati ed è stata solo un’opportunità per consentire ancora maggior divertimento ai cacciatori. Per questi motivi chiediamo che sia rimessa alla Corte Costituzionale”.
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Il piano impugnato dalle associazioni è stato predisposto dalla Regione Toscana ai sensi della legge n. 10/2016, quella che avrebbe dovuto risolvere il problema dei danni imputati a cinghiali e caprioli nel giro di tre anni, ma che con tutta evidenza ha mancato completamente l’obiettivo.
“Come evidenziato dallo stesso Tar, i contenuti del piano presentano diversi profili d’illegittimità”, continuano le associazioni. “Non è dimostrata l’inefficacia dei metodi ecologici, condizione che deve essere sempre soddisfatta prima di dare il via libera alle uccisioni, né viene motivato lo scostamento dal parere dell’Ispra nel punto in cui solleva il rischio di redistribuzione dei cinghiali sul territorio a seguito dell’attuazione del piano stesso”.