La Regione Lazio introduce la caccia selettiva nei Parchi.  Le modifiche alle leggi finora vigenti sono state approvate con i primi articoli della proposta di legge n. 55/18 “Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale” in discussione in questi giorni  nel Consiglio regionale.  L’allarme lo lancia Legambiente Lazio.

“La caccia e la presenza di cacciatori vanno contro l’esistenza stessa dei Parchi”, si legge in una nota dell’associazione ambientalista pubblicata dalla testata Nuova Ecologia. “Non possiamo credere che proprio l’assessore all’Ambiente Enrica Onorati (Pd, ndr) si renda artefice di un processo che porterebbe ad abbassare l’attenzione in queste aree. Gli emendamenti votati nei giorni scorsi in Aula e sostenuti dall’assessore Onorati vanno a modificare la legge n. 29/97 introducendo la possibilità di caccia secondo quanto regolamentato dalla legge regionale n. 4/15. Oltre alla possibilità di fare entrare la caccia nei Parchi, gli stessi emendamenti prevedono la possibilità di costruire edilizia libera nelle aree protette con il principio del silenzio assenso  e di realizzare i Pua (Piani di utilizzazione aziendale) in deroga ai piani di assetto dei Parchi stessi: il che vuol dire agricoltura, anche quella più spregiudicata, che metterebbe a rischio la biodiversità tutelata nel Lazio“.

“Questi provvedimenti mettono a rischio i Parchi regionali e diminuiscono la cura delle aree protette, tenuta alta finora dalla Regione a partire dalla precedente legislatura”, dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio. “L’assessore all’Ambiente Onorati ha le deleghe anche per Agricoltura e Caccia e ci sembra chiaramente di capire che ritenga più importante sostenere i cacciatori nella loro anacronistica attività che non l’ambiente: avere a cuore l’ambiente non vuol dire permettere la caccia, seppur di selezione, nei Parchi, che sono i territori più pregiati di tutto il Lazio, ma difendere il patrimonio naturale, rilanciare il turismo sostenibile, i cammini, la filiera corta e il miglio zero, le aziende multifunzionali nei parchi, l’occupazione e l’economia con una più forte cultura ambientale, ecologica e scientifica”.

Prosegue il presidente Scacchi: “Con queste modifiche di legge, ci troviamo di fronte ad un chiaro passo indietro nello sviluppo delle alle aree protette regionali. Il territorio dei Parchi nel Lazio è un patrimonio tale da rappresentare un valore unico per tutela della biodiversità e il motore positivo di tutte le attività economiche sostenibili che nei parchi sono cresciute, a partire dall’agricoltura sana e di prossimità. A chi sostiene e difende questi provvedimenti diciamo con estrema chiarezza che far entrare nei Parchi i cacciatori armati con il colpo in canna sarebbe un evidente salto indietro sulla tutela dell’ambiente del Lazio”.

Legambiente annuncia azioni per bloccare questa deriva nella Regione guidata da Nicola Zingaretti. “Stiamo valutando tutte le possibilità politiche e giuridiche per evitare che tali misure si rendano operative, e chiediamo di fermarle a chiunque ne abbia la possibilità, in Giunta, in Consiglio e nella Presidenza della Regione”, aggiunge il presidente di Legambiente Lazio. “I Parchi del Lazio hanno bisogno dell’approvazione dei piani di assetto, di una governance garantita e completa, di risorse e protagonismo all’interno delle politiche regionali. La crescita delle aree protette è crescita socio-economica e ambientale per la collettività. In tutto ciò, le politiche più corrette di gestione più della fauna selvatica non sono certo i fucili a spasso nelle aree protette, ma l’attuazione dei piani di contenimento. Una delle sfide è rendere quelli che operano nei parchi, come gli agricoltori, sempre più tifosi delle aree protette e desiderosi di rivendicare la loro presenza nei parchi e non più desiderosi di potersi considerare altra cosa dalle aree protette, e lo stesso vale per il desiderio sbagliato di andare oltre dei piani d’assetto, strumento che invece garantisce proprio il valore aggiunto in termini di sviluppo economico ecosostenibile”.

Scriviamo in tanti, anche una sola frase, per protestare contro questa decisione. Inviamo una mail di protesta.

Blocco copia e incolla dei destinatari:

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gabinetto.giunta@regione.lazio.it;
vicepresidenza@regione.lazio.it;
assagricolturaeambiente@regione.lazio.it;
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