Approvata dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna la risoluzione, primo firmatario Gian Luigi Molinari del Pd, per reintrodurre il metodo della braccata nella caccia al cinghiale. Nel documento, ha spiegato lo stesso Molinari, si sollecita “con il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni, il riconoscimento da parte dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e Governo dell’efficacia del metodo della braccata nell’attività di caccia e di controllo dei cinghiali”. In particolare, ha continuato il consigliere, nelle aree a elevata boscosità “la braccata risulta essere l’unico strumento efficace nel sistema di caccia al cinghiale, come sostenuto poi da studi, convegni e vari confronti tra le associazioni venatorie e ambientali”.

La caccia con il metodo della braccata è un sistema particolarmente crudele nei confronti degli animali e fortemente impattante sull’ambiente. Il Tar Toscana lo scorso maggio, pronunciandosi sul ricorso presentato da Enpa, Lac, Lav e Wwf, ha disposto la sospensione del piano triennale di controllo del cinghiale della Regione Toscana proprio nella parte in cui consentiva la caccia in braccata (v. articolo).

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Contro lo strumento della braccata si è espressa la consigliera Giulia Gibertoni del M5S che, attraverso una risoluzione, ha chiesto il coinvolgimento delle associazioni animaliste nei tavoli di discussione sul tema della caccia al cinghiale. Le fa eco la consigliera Silvia Piccinini (M5S): “Chiediamo di puntare su metodi ecologici. La caccia non può essere la soluzione per il contenimento dei cinghiali”. Il documento dell’esponente pentastellata è stato respinto in Assemblea. In Aula, Michele Facci (Movimento sovranista) ha posto l’attenzione sul problema nel territorio bolognese, parlando dei danni prodotti dai cinghiali alle attività agricole e evidenziando l’importanza di “integrare la braccata con la caccia di selezione, con l’obiettivo di ridurre il numero degli animali presenti nell’Appennino bolognese”.

Massimiliano Pompignoli della Lega si è detto favorevole all’opzione della braccata. E’ intervenuta anche l’assessore alla Caccia, Simona Caselli: “In alcune zone, soprattutto nel bolognese, il fenomeno era intollerabile. Il metodo della braccata è consentito dallo Stato in tre precisi mesi all’anno, ma anche nel resto dell’anno bisogna trovare una soluzione”.

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