Come liberare un riccio che è stato soccorso e tenuto in cattività per tutto l’inverno?

Ecco le istruzioni degli esperti del Centro recupero ricci “La Ninna”, dove sono stati ospitati molti ricci cuccioli trovati sottopeso nel periodo autunnale.

Gli operatori del Centro hanno recuperato i piccoli che verso fine ottobre, novembre e dicembre pesavano meno di 500 grammi, non grassi abbastanza per poter andare in letargo e superare l’inverno.

Le linee guida stabiliscono che un riccio deve essere almeno 650 grammi per poter andare in letargo con un buon margine di peso. I ricci sottopeso sono stati tenuti in gabbia, al caldo (18°-20° C), nutriti e sverminati dai parassiti polmonari ed intestinali.

A fine inverno vanno allestiti i recinti esterni dove sistemare i ricci in previsione della liberazione (vedi foto sotto).

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Quando la temperatura sarà stabilmente sopra i 10°, anche di notte, si potranno sistemare i ricci nei recinti esterni, che dovranno essere installati possibilmente nel luogo dove i ricci verranno liberati. Questo darà loro modo di prendere confidenza della zona ed eventualmente tornare a mangiare al recinto.

La liberazione è una fase bella ma molto delicata nella quale i ricci potrebbero incontrare molte difficoltà per esempio  nel cacciare le prede naturali. Per questo è molto importante dare loro un supporto di acqua e cibo dopo la liberazione, e preparare loro delle tane in giardino usando bancali ripieni di paglia e coperti da un telo antipioggia con assi posti sopra, che saranno un ottimo rifugio anche per l’inverno.

Il recinto, da sistemare in un posto tranquillo e ombreggiato del giardino, dovrà essere costruito con ondulina o legno a pareti lisce (assolutamente sconsigliata la rete) di un  metro d’altezza per proteggerli dai predatori e interrato di almeno 10 centimetri, poiché i ricci possono scavare.

Naturalmente il giardino deve essere aperto all’esterno poiché, in quanto fauna selvatica, i ricci devono vivere liberi.

Accertatevi che nella zona di liberazione vivano già altri ricci, e che non vi siano pericoli: strade trafficate, monocolture inquinate da pesticidi, cani aggressivi, piscine e botole.

Nel recinto vanno sistemate delle casette di legno riempite di fieno e paglia a 4-5 centimetri dal terreno per evitare allagamenti, e ben coperte con un ampio tetto di plastica che sbordi di almeno 30 centimetri per proteggere la tana artificiale dalla pioggia intensa e trasversale.

I ricci dovranno stare per due o tre settimane nel recinto e si dovrà aggiungere alle crocchette anche alcune camole della farina, in modo da stimolare il loro istinto di caccia alle prede vive.Il cibo, che dovrà essere sparso per il recinto in modo che i ricci imparino a cercarlo, va dato prevalentemente alla sera in modo che i ricci si abituino a girare di notte e a dormire di giorno.

Lasciate anche un pochino di fieno fuori affinché imparino a farsi il nido.
Tenete sotto controllo il peso: i ricci del primo anno di vita non devono superare gli 800-900 grammi. Troppo grasso può causare problemi al fegato e impedire al riccio di chiudersi completamente. Controllate che si chiudano bene a formare una pallina perfetta, in modo tale da proteggersi dai predatori.

Dall’inizio a metà aprile, a seconda del clima, si apre il recinto – di sera – e si lasciano andare i ricci.
Bisogna continuare a fornire loro acqua e crocchette posizionando una mangiatoia fuori dal recinto.
Ovviamente va sempre lasciato il cibo a disposizione e questo migliora tantissimo le loro possibilità di sopravvivenza.

Fonte: Centro recupero ricci La Ninna
tel. 337 352301 – email: ninnaeisuoiamici@libero.it

Foto: Centro recupero ricci La Ninna e Protection Animale