Con l’approvazione definitiva dell’articolo 7 del collegato ambientale alla legge di stabilità, la gestione delle popolazioni di nutrie ritorna nell’alveo dall’articolo 19 della legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica, che impone piani di controllo che utilizzino prioritariamente metodi incruenti.

Devono essere sospesi tutti i piani regionali e comunali che prevedono l’uccisione di questi animali. A luglio 2014 la legge 157/92 venne modificata su proposta del senatore Stefano Vaccari (Pd), allo scopo di limitare la protezione delle nutrie. Da quel momento, molte Regioni e Comuni hanno predisposto l’attivazione di piani di controllo che consentono lo sterminio di questi animali, con il ricorso a qualsiasi strumento. La Lombardia ha addirittura approvato una legge che consente l’uso delle fionde, per uccidere questi innocui roditori, che si sono insediati sul nostro territorio perché inizialmente importati dal Sudamerica per farne pellicce, e successivamente rilasciati in natura dagli stessi allevatori, a causa della crisi del settore.

Ora, fa sapere la Lav, lo stesso senatore Vaccari è ritornato sui propri passi, riportando la gestione delle nutrie all’interno della legge nazionale. Ne consegue che tutti i piani di abbattimento diventano illegali, con gravi rischi di ordine giudiziario per coloro che li dovessero applicare. «È necessario che i prefetti diramino puntuali disposizioni a Regioni e Comuni perché ritirino immediatamente tutti i piani di abbattimento delle nutrie – commenta Massimo Vitturi responsabile Animali selvatici della Lav – per questo, da oggi la Lav vigilerà e provvederà a denunciare tutti quegli amministratori che non avessero ancora ritirato i piani di controllo delle nutrie, emessi ai sensi della normativa oramai superata dalle modifiche appena approvate in Parlamento».