La Lav (Lega antivivisezione) ha rivolto un’istanza formale al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e al direttore generale per la protezione della natura del Ministero, Renato Grimaldi, con la richiesta di affidare urgentemente al Corpo Forestale dello Stato l’intervento a tutela degli orsetti di Daniza “con modalità decisionali e operative, eseguendo e rafforzando l’atto firmato il 17 settembre scorso dal procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Amato, mai attuato fino ad oggi”.

La Lav, nel documento presentato scrive: “Ogni giorno che passa senza mettere in atto le necessarie azioni può rivelarsi fatale per i cuccioli orfani di Daniza. Con le dirette conseguenze di responsabilità. Nonostante sia pacifico che il Ministro e il Ministero abbiano una diretta competenza, stiamo assistendo a una assenza di intervento, se non addirittura a un disimpegno sulla tematica  contrariamente a quanto affermato dal vostro organo tecnico, l’Ispra, e dalla Provincia di Trento, la letteratura scientifica rileva che la sopravvivenza dei cuccioli è ad altissimo rischio per la loro tenera età senza più gli insegnamenti della madre, la mancanza di esperienza a poche settimane dall’inverno e dal letargo che non conoscono, i pericoli legati alla fame, ai bracconieri, a incidenti di vario genere. Proprio le esigenze nutrizionali attuali pre-letargo e di accrescimento corporeo potrebbero, a 22 giorni dal tragico giorno, spingerli sempre più spesso verso le abitazioni e quindi a riproporre le stesse problematiche che hanno condotto, a nostro avviso senza basi legali e scientifiche, a emanare l’ordinanza di cattura, fatale, per Daniza”.

La lettera prosegue: “Il fatto di radiolocalizzare uno solo dei cuccioli non fornisce indicazioni sulla sua buona salute e se si stia alimentando adeguatamente, la radiolocalizzazione peraltro ha un margine di errore alto e se si dovesse rilevare l’assenza di movimento tale informazione può giungere quando ormai è troppo tardi, mentre per l’altro cucciolo la Provincia si affida alle sole ed eventuali riprese dei cittadini si deve dare la possibilità ai due cuccioli di rimanere selvatici e non essere ingabbiati in uno zoo, ma questo con atti totalmente diversi da quelli effettuati fino ad oggi dalla sola Provincia di Trento e che li comunica solo parzialmente e saltuariamente, due volte in tre settimane”.