Nel 2011 è nata la Collina dei conigli, un centro di recupero immerso nel verde del parco di Monza per animali da laboratorio, l’unico autorizzato ad accogliere conigli, topi, ratti e porcellini d’India in pensione dagli esperimenti scientifici.
I volontari che si occupano di loro danno un nome a ognuno delle centinaia di animali transitati nel centro in oltre due anni: il ratto Attilio, i porcellini d’India Isotta, Neve e Spartaco, i conigli albini New Zealand Papillon e Cucciolo, il topo Hannibal. Un nome di battesimo che segna il passaggio dalla vita di laboratorio a quella all’aria aperta.
La Collina dei conigli prende il suo nome dall’omonimo romanzo scritto da Richard Adams negli anni Settanta, in cui un gruppo di conigli si lascia alle spalle la conigliera distrutta e va alla ricerca di un posto migliore dove vivere. Il posto migliore, spiegano gli esperti dell’associazione che gestisce il centro, “è in verità una famiglia che li accolga dopo la riabilitazione e si prenda cura di loro, facendogli dimenticare punture, farmaci, disinfettanti e tac”. Con i reduci dalla vita in laboratorio convivono anche vittime di abbandono domestico (alcune decine). “Di spazi ne servirebbero sempre – sottolinea Marina Giorgi, segretaria dell’associazione – ma per ora il centro riesce a far fronte a tutte le richieste di recupero da parte dei laboratori”.
Purtroppo restano pochi i team di ricercatori che si impegnano a cedere gli animali al termine degli studi: “Non sempre questo è possibile, non sempre c’è la volontà delle strutture di ricerca, non sempre le condizioni necessarie per ottenere l’autorizzazione”, afferma Giuliano Grignaschi, responsabile dello stabulario del Mario Negri.
Quando arrivano nel centro di Monza gli animali in genere non hanno menomazioni evidenti poiché, spiegano i gestori, “i laboratori ci danno solo gli animali in buone condizioni”. Ma su di loro i volontari fanno un lavoro per “riparare ai danni della vita in gabbia. Li si recupera da un punto di vista fisico e psicologico”. I conigli per esempio – spiega Francesca, una dei volontari – “presentano uno sviluppo scheletrico e muscolare inadeguato al peso. L’animale infatti passa il tempo fermo ad alimentarsi con il mangime. Noi li spostiamo gradualmente in gabbie sempre più grandi fino ad arrivare alle libere uscite di 24 ore ciascuna, e sostituiamo l’alimentazione a mangime con fieno, erba, verdure”. Agli animali del centro i volontari riservano poi anche piccole sorprese alimentari come le fragole o lo yogurt molto amato dai ratti.
Poi c’è la riabilitazione psicologica che “avviene con il contatto positivo quotidiano con i volontari grazie al progetto ‘tutor’ e passa dalla fase di socializzazione tra i conigli che avviene attraverso l’inserimento di un maschio con una femmina”. Tanto che la Collina dei conigli ha messo in piedi una “Agenzia matrimoniale lapina” per favorire i conigli nella scelta di un compagno di vita e promuoverne l’adozione in coppia.
Fra le iniziative che l’associazione organizza vi sono anche visite di scolaresche per insegnare ai bambini l’amore per gli animali.
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