AGGIORNAMENTO: Meno della metà dei topi e dei roditori volati nello spazio circa un mese fa a bordo della capsula spaziale Bion-M1 è tornata in vita. La triste conta dopo l’atterraggio a Orenburg, vicino al confine con il Kazakistan, il 19 maggio alle 3.32 del mattino.

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Mosca, 19 apr. – Quarantacinque topi, 15 gechi, 8 gerbilli della Mongolia, 20 lumache, 15 lucertole, uova di pesce, oltre a microrganismi e piante, sono stati lanciati in orbita oggi nella capsula Soyuz  dal cosmodromo di Baikonur, a Mosca. Il lancio del razzo, con annesso il satellite scientifico “Bion-M”,  è avvenuto alle 14.00 ora di Mosca (le 12 in Italia)

La piccola “Arca di Noé”, come l’ha definita la televisione di Stato russa, resterà in orbita un mese prima di ritornare a Terra il 18 maggio. I ricercatori vogliono esaminare gli effetti della permanenza in orbita sugli animali, in vista di possibili missioni con equipaggio di lunga durata come quelle verso Marte.  Scopo dell’esperimento, spiegano gli scienziati dell’Istituto per i problemi biomedici dell’Accademia delle Scienze di Mosca, è prelevare materiale biologico da analizzare per studiare i cambiamenti nei tessuti che si verificano negli animali che hanno volato nello spazio, in assenza di peso. Precedenti esperimenti di questo tipo sono stati effettuati con le scimmie.

Gli animali rischiano la vita,  come nel 1957 la cagnetta Laika, una dolce randagia prelevata dalla strada e spedita nello spazio a morire, e tanti altri come lei.

Chi antepone il rispetto della vita alla ricerca scientifica, di fronte a tali esperimenti auspica, una volta di più, un “progresso” cruelty-free.