E’ di pochi giorni fa la notizia che a Reggio Calabria sono state denunciate, ex art. 650 c.p., tre volontarie dell’associazione Dagli stalli alle stelle  che si erano recate in alcune colonie feline per la necessaria cura dei gatti di strada.
Non si è fatto attendere il supporto delle associazioni animaliste, tra cui Gaia, Animali & Ambiente, di cui pubblichiamo qui sotto la nota stampa sul tema.

_______________________

NOTA STAMPA DI GAIA, ANIMALI & AMBIENTE del 25.3.2020

A seguito delle dichiarazioni pubbliche, errate, dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Reggio Calabria, Antonino Zimbalatti, che ha ritenuto che la legge non permetta la cura e l’accudimento delle colonie feline se non entro limiti di pertinenza dall’abitazione dei volontari, Gaia Animali e Ambiente ha provveduto immediatamente, tramite i legali dell’associazione, le avvocatesse Erika Delbianco e Francesca Bettocchi, a chiarire alcuni aspetti normativi e a richiedere al prefetto di Reggio Calabria un chiarimento sul dettato normativo divulgandolo alle competenti autorità di polizia.

Edgar Meyer, presidente di Gaia, ricorda che “fermo restando il rispetto delle prescrizioni normative relative alle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, la tutela, cura e accudimento degli animali deve essere tutt’ora garantita per legge. Non vi sono riferimenti normativi, limitazioni negli spostamenti, in termini di distanza, per i referenti di colonie feline. Il referente deve recarsi sul posto da solo e permanere solo per il tempo strettamente necessario all’accudimento e cura. E’ chiaro che suggeriamo, in questo periodo di emergenza, di far sì che il volontari gestiscano le colonie assegnandosi quelle più vicine alla propria abitazione, ma non sussistono impedimenti normativi a recarsi anche a colonie feline più distanti”.

LEGGI ANCHE Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus 

Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 marzo 2020 richiama l’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo 2020 che, a sua volta, richiama quella del 12 marzo 2020 ove viene specificato chiaramente che “sono inoltre consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche autorizzate/registrate dal servizio veterinario ivi compresi canili, gattili e l’accudimento e cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà garantite dalla legge n. 281\91″, e ancora si legge che “si ritiene inoltre opportuno sottolineare che gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste dai su citati Dpcm”.

Appare dunque chiaro che anche durante l’attuale stato di emergenza sia lecito continuare a provvedere alle esigenze basilari degli animali come, ovviamente, la somministrazione di cibo e acqua, ritenuta la necessità di tutelare la loro vita, sia che si trovino nelle vicinanze della residenza del volontario che a distanze più elevate; eventuali illegittime violazioni e limitazioni od omissioni, nonché ostacoli nella cura e accudimenti potrebbero comportare responsabilità penali di cui al Libro II, Titolo IX bis c.p.

LEGGI ANCHE Volontari e animali ai tempi del nuovo coronavirus

“Confidiamo nella sensibilità delle istituzioni e crediamo che venga ora inviato il giusto messaggio alle forze dell’ordine affinché i controlli e le contestazioni avvengano in assoluta legalità. Comprendiamo che il momento è estremamente difficile, ma non può ingenerarsi timore nei volontari delle colonie e queste ultime devono continuare a essere accudite. Una corretta informazione in questo periodo emergenziale è molto importante”, conclude Edgar Meyer.

LEGGI ANCHE Coronavirus, anche i vip: “I pet non lo trasmettono”