E’ ancora in programma il festival di Yulin, nonostante il Ministero dell’Agricoltura cinese abbia messo fuorilegge il consumo di carne di cane  e di gatto nella versione finale dell’Elenco delle risorse genetiche di bestiame e pollame. L’elenco indica 17 specie animali tradizionali – tra cui bovini, maiali, pollame, conigli e cammelli – e ha aggiunto 16 “specie speciali”,  tra cui renne, alpaca, fagiani, struzzi e volpi. Tali specie rientrano nella giurisdizione della legge sulla zootecnia, il che significa che è legale allevarle per cibo, lana o pelliccia.

La Human Society International, un’associazione che si occupa di diritti dell’uomo e degli animali, ha denunciato il mancato annullamento della sagra. La direttrice dell’associazione, Wendy Higgins, ha dichiarato al Daily Star: “Se si svolgerà, appare chiaro che andrà contro le direttive ministeriali. Nel giro di un paio di settimane il mattatoio di Yulin sarà pieno di migliaia di cani e gatti terrorizzati in attesa di essere percossi e macellati per il loro infame festival”. La Humane Society International ha stimato che sono circa 10 milioni i cani che ogni anno vengono uccisi per il commercio di carne in Cina. Secondo un sondaggio condotto dalla stessa associazione nel 2016, la maggior parte dei cittadini in Cina non mangia cani e circa il 64% è a favore dell’abolizione del festival di Yulin.

Alcuni grandi centri si stanno già adattando alle nuove disposizioni ministeriali, ma nelle piccole comunità si procede a rilento. Il Festival di Yulin è una sagra delle durata di una settimana che si tiene  a metà giugno in cui cittadini cinesi giungono da ogni parte della zona per mangiare carne di cane e gatto bollita o arrostita. Nella maggior parte dei casi vengono gli animali sono bolliti o arrostiti vivi dopo essere stati storditi, in altri gli viene tagliata la gola. Molti di quei cani sono rubati da case e strade prima di essere trasportati a Yulin.

Da rilevare come nell’elenco approvato dal Ministero dell’Agricoltura cinese vi siano ancora specie selvatiche. “L’inclusione di specie selvatiche è deplorevole”, ha affermato Teresa Telecky, responsabile del Dipartimento fauna selvatica della Humane Society International. “L’allevamento intensivo, in cattività, di questi animali presenta gravi problemi per il benessere animale e potenziali rischi per la salute umana. La loro riclassificazione come ‘bestiame’ non riduce la loro sofferenza ed il rischio di malattie zoonotiche. Spero vivamente che la Cina rimuova queste specie dal prossimo elenco”.

(Nella foto in evidenza, un’attivista cinese salva un cucciolo al Festival di Yulin)