In Italia non sarà più possibile allevare cani, gatti e primati da laboratorio (quindi l’allevamento ‘Green Hill’ non potrà riaprire,  a prescindere dall’esito del processo); svolgere esperimenti su scimmie antropomorfe ed esperimenti per la produzione e il controllo di materiale bellico nonché esercitazioni su animali per didattica ad eccezione dei corsi universitari per la medicina veterinaria. Sono questi alcuni dei punti della nuova legge sulla vivisezione, approvata dal Governo e il cui testo ora va alla firma del presidente della Repubblica per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Confermato, con qualche modifica, lo schema di decreto legislativo proposto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, “dopo la battaglia durata mesi sul rispetto dell’articolo 13 della legge delega n.96 del 2013”, spiega Roberto Bennati della Lav. “Fortunatamente non sono stati accolti i pareri a favore di un recepimento-fotocopia della direttiva, peraltro non vincolanti, espressi dalle relatrici delle Commissioni Sanità del Senato e Affari sociali della Camera. Con questo recepimento, reso più restrittivo, della negativa direttiva 2010/63, che speriamo venga annullata dalla promossa ‘Iniziativa europea dei cittadini’, abbiamo comunque raggiunto degli obiettivi significativi”.

Tra gli altri punti del testo, il divieto agli esperimenti sugli animali con livello di dolore grave a partire dal 1 gennaio 2017; sanzioni più efficaci per chi viola le norme minime della legge; dal 1 gennaio 2017, previo riconoscimento di metodi alternativi, saranno vietati i test di droghe, alcool, tabacco e per trapianti di organi animali; confermati i divieti di test su cani e gatti randagi e su animali resi afoni.

“La battaglia degli ultimi mesi ha dimostrato che è possibile mettere in crisi il sistema di potere della vivisezione e avere, comunque, una legge nazionale che, anche se per solo alcuni aspetti, è più restrittiva della direttiva europea 2010/63”, commenta Bennati. “Per noi si tratta di un punto di partenza per nuove battaglie affinché, come per i test a fini cosmetici aboliti da un anno a livello europeo, si cambi effettivamente sistema di ricerca con i metodi sostitutivi, già ampiamente praticati all’estero negli oltre 600 laboratori italiani autorizzati che ‘consumano’ quasi 900 mila animali. Per il non rispetto dell’articolo 13 della legge-delega n.96 del 2013 riguardo all’obbligo di utilizzare animali solo in anestesia, “diffideremo il Ministero della Salute e procederemo a denunciare tutte le autorizzazioni alla sperimentazione sugli animali che non rispetteranno il dettato, portando con la Magistratura i punti incompatibili del decreto legislativo fino alla Corte costituzionale”.

(LD)