Lev Nikolaevic Tolstoj, il celebre scrittore, filosofo ed educatore russo, negli ultimi 25 anni della sua vita divenne vegetariano.

Scrisse “Contro la caccia e il mangiar carne”, un saggio sull’alimentazione vegetariana che comprende anche una lettera che scrisse a sua cognata, Elena Andreevna, che gli aveva confidato il suo disagio provato nel cibarsi di animali. Era il 1895. Eccola.

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Elena Andreevna,

la vostra indignazione all’idea degli animali torturati e uccisi per soddisfare l’avidità umana non è sentimentalismo bensì un sentimento fra i più leciti e naturali.

Ma non bisogna indignarsi al punto di odiare gli uomini per pietà verso gli animali, come dite voi; bisogna invece agire in conformità di ciò a cui vi spinge questo sentimento, e cioè non mangiare carne di qualsiasi essere a cui sia stata tolta la vita.

Sono convinto che nel prossimo secolo la gente racconterà con orrore e ascolterà con dubbio come i loro antenati ammazzavano gli animali per mangiarli.

Il vegetarianismo si diffonde molto rapidamente: a Londra, dove vent’anni fa non si poteva trovare cibo vegetariano, esistono già ristoranti vegetariani.

So, da intimi amici, che più di trenta persone hanno smesso di consumare la carne durante questi ultimi anni.

Vi avverto, tuttavia, che se smetterete di mangiar carne, incontrerete una fortissima resistenza, anzi un’irritazione, da parte dei vostri familiari, e vi verrà dimostrato con la scienza che la carne è indispensabile all’uomo e che vi danneggiate e vi create difficoltà domestiche.

Tutti noi abbiamo subìto tutto ciò, ma se non si agisce con convinzione, tutte le dimostrazioni rimarranno senza effetto, come rimarrebbero senza effetto le dimostrazioni che per mantenere la salute bisogna mangiare gli uomini.

Forse vi domanderete, oppure vi verrà detto: «Se non bisogna uccidere i polli e i montoni, perché allora sterminare i topi, gli scarafaggi eccetera?»

A ciò rispondo sempre che la compassione per gli animali è la più preziosa qualità dell’uomo e io (come uomo), sono tanto più felice quanto più la sviluppo in me. Sono contento di aver cominciato a compatire i polli, o montoni, i conigli, e né li mangio né li desidero, sono contento di compatire i topi, e li lascio scappare, invece di ammazzarli, e sarò contento quando compatirò le zanzare e le pulci.

I vegetariani dimostrano la superiorità del cibo senza carne per la salute (procuratevi i libri su questo —c’è quello di Bojdanov — e leggeteli); ma l’argomento principale e inoppugnabile è quello addotto da voi, il sentimento morale.

Vi auguro una lieta soluzione del problema che vi tormenta.

Leggi anche “Lev Tolstoj, “Contro la caccia”, 1895