Lunedì 29 aprile la Commissione europea, dopo una lunga battaglia ambientalista, ha deciso di vietare l’utilizzo per due anni, dal dicembre 2013, di tre pesticidi neurotossici per porre fine alla strage di api.  Si tratta di sostanze neurotossiche sparse dalla metà degli anni Novanta sulle colture preferite dalle api, come mais, colza, girasole e cotone, nonché sulle foglie degli alberi da frutto.

Speriamo  sia solo il primo passo verso il divieto totale e definitivo all’uso dei neonicotinoidi.

Il rapporto Greenpeace “Api in declino – le minacce agli insetti impollinatori e all’agricoltura europea” mette in evidenza l’importanza sia ecologica che economica di proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api e la necessità di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano. L’eliminazione di tali sostanze è un primo passo cruciale ed efficace per tutelare la salute delle popolazioni di api e per salvaguardare la loro attività di impollinazione, un servizio vitale per la produzione di cibo e per l’ecosistema. Greenpeace ha individuato sette pesticidi che dovebbero essere subito vietati a causa della loro tossicità estremamente alta e degli effetti sub-letali e/o sistemici sulle api. L’elenco comprende Imidacloprid e Clothianidin della Bayer, Thiamethoxam della Syngenta, Fipronil della Basf e Clorpirifos,  Cipermetrina e Deltametrina prodotti da diverse aziende agrochimiche, che incamerano profitti significativi dall’uso massiccio di queste sostanze chimiche in agricoltura.

In Europa ora sono stati vietati l’Imidacloprid e Clothianidin prodotti dalla Bayer e il Thiamethoxam di Syngenta, dopo che l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma (Efsa), con una ricerca approfondita e test mirati, ha stabilito evidenze scientifiche sulle conseguenze letali dei neonicotinoidi sulle api, anche a basse dosi. L’Efsa ha rilasciato  tre importanti pareri (12 e 3) il 16 gennaio scorso denunciando  l’elevata tossicità di queste sostanze.

Hanno votato a favore del divieto Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Svezia. Contrari, oltre all’Italia (che in una precedente votazione si era espressa a favore e oggi fa dietrofront giudicando troppo poco restrittivo il divieto), Regno Unito, Ungheria, Austria, Portogallo, Romania e Slovacchia. Si sono astenute Grecia, Irlanda, Lituania e Finlandia. In assenza di una maggioranza qualificata, la Commissione ha deciso per uno stop temporaneo.

In Italia, lo stop è entrato in vigore sei anni fa e da allora non è stato rilevato nessun calo nelle produzioni di mais e non si è verificato il disastro alle colture agricole, prospettato in precedenza dalle aziende produttrici della concia dei semi del mais. Anzi, il divieto ha risolto il problema della moria delle api che aveva colpito il 50 per cento degli alveari con punte dal 70 al 100 per cento.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vicepresidente dell’Intergruppo per il Benessere degli animali e membro della Commissione Envi Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «La moria di api a cui abbiamo assistito  negli ultimi vent’anni è considerata dalla comunità scientifica un rischio per l’intero ecosistema. I pesticidi hanno un effetto mortale sulle api, rendendole incapaci di ritrovare la strada per l’alveare: gli insetti vagano senza meta fino alla morte. Si riduce così anche la loro attività di impollinazione, che influisce sulla riproduzione dell’88% delle specie vegetali. Solo questo basta a far capire quanto importante sia la decisione presa dalla Commissione. La messa al bando di tre pesticidi letali per i preziosissimi insetti impollinatori dovrà essere solo il primo passo verso un divieto assoluto all’uso dei neonicotinoidi. Solo con una messa al bando totale potremo avere delle chance per salvaguardare l’ecosistema. Il 20 aprile 2012 il Parlamento europeo ha approvato un rapporto sulla salvaguardia della biodiversità di cui si deve tenere conto».

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