Il Comitato permanente della Catena alimentare e della Salute animale dell’Unione Europea ha approvato un regolamento che disciplinerà l’importazione in Europa di animali come elefanti, rinoceronti, cammelli, ippopotami, giraffe e antilopi, riducendo i rischi di importazioni illegali. Grazie ai paletti imposti dall’Europa si darà un duro colpo ai traffici clandestini. L’obiettivo finale è la messa al bando totale delle importazioni.

 Martedì 7 maggio, il Comitato permanente della Catena alimentare e della Salute Animale Ue, composto da rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea, accogliendo una proposta della Commissione europea, ha approvato un regolamento che introduce “nuovi requisiti di polizia sanitaria per l’importazione in sicurezza di ungulati non domestici destinati a enti, istituti e centri in Europa”, tra i quali gli zoo.

Le nuove disposizioni entreranno in vigore dopo 20 giorni dalla loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue, prevista nelle prossime settimane. A breve sarà più sicuro importare in Europa animali come elefanti, rinoceronti, cammelli, ippopotami, giraffe e antilopi, specie spesso in pericolo e, quindi, sottoposte a programmi di salvaguardia.

Il nuovo provvedimento prevede, in particolare, che potranno entrare in Europa animali provenienti da strutture protette e solo dopo aver ottenuto il via libera dalle autorità del Paese di provenienza. Saranno oggetto di test e di certificazione specifica e, al loro arrivo in Europa, verranno alloggiati in luoghi che hanno ottenuto l’approvazione dei servizi veterinari dove saranno rigorosamente applicate misure di quarantena e biosicurezza.

L’europarlamentare Andrea Zanoni, vicepresidente dell’Intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento europeo, spiega: «Secondo le nuove disposizioni, gli animali devono essere utilizzati per esposizioni pubbliche, a fini pedagogici, di conservazione delle specie o di altri obiettivi scientifici. L’obiettivo che si propone l’Europa è di ridurre il rischio di importazioni illegali. Con i paletti imposti dal regolamento che entrerà in vigore, si infliggerà un duro colpo ai commerci clandestini di elefanti, rinoceronti, cammelli, ippopotami, giraffe e antilopi. Naturalmente, il risultato che tutte le persone sensibili verso gli animali si augurano è la messa al bando totale di queste importazioni dai Paesi d’origine. La mia attività in seno al Parlamento europeo sarà volta anche in futuro al raggiungimento di questo obiettivo di civiltà».

ANTEFATTO

La Cites, che fa parte delle attività Onu per l’ambiente (Unep), regolamenta il commercio internazionale di specie vegetali e animali a rischio di estinzione, attraverso un sistema di licenze e certificati. In Italia, la convenzione è in vigore dal 1980. La sua applicazione è a carico dei Ministeri dell’Ambiente, delle Finanze, del Commercio con l’Estero e delle Politiche Agricole. Operativamente, esso viene gestito da un’istituzione detta Servizio CITES, che fa parte del Corpo forestale dello Stato. Traffic è invece il network che effettua il monitoraggio di questo commercio, creato negli anni Settanta grazie al WWF e IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).

Tra gli oggetti ornamentali si trovano spesso moltissime parti e derivati animali, come le figurine di avorio, coralli, carapaci di tartaruga, conchiglie, insetti disseccati come farfalle e coleotteri. Solo nel 2011, più di 25 mila elefanti sono stati uccisi o mutilati per le loro zanne d’avorio, mentre nel 2012 i rinoceronti uccisi per il loro corno solo in Sudafrica sono quasi 700. E sono almeno cento milioni gli squali uccisi ogni anno principalmente per utilizzare le loro pinne nelle zuppe, che sono considerate una delicatezza gastronomica in Asia.

Il 30 dicembre 2012, la Commissione europea ha stanziato un contributo di quasi due milioni di euro all’organo di polizia internazionale Interpol, per sostenere i suoi sforzi volti a combattere i reati contro le specie selvatiche e proteggere le risorse naturali mondiali dal commercio internazionale illegale di flora e fauna selvatiche.

L’importo di 1,73 milioni di euro sarà destinato, in un triennio, a favore del progetto di lotta ai reati contro le specie selvatiche promosso dall’Interpol nell’ambito del Consorzio internazionale per la lotta ai reati contro le specie selvatiche (Iccwc), di cui fanno parte anche il Segretariato della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (Cites), l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), la Banca mondiale (Bm) e l’Organizzazione mondiale delle dogane (Omd).

(Foto James P. Blair)