Roma, 3 gennaio 2020 – L’Italia si è finalmente dotata di uno strumento indispensabile per la conservazione della biodiversità, troppo a lungo danneggiata da incuria e cattiva programmazione. Lo dichiarano Lipu e Wwf dando notizia della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 28 dicembre scorso in seguito all’intesa raggiunta tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, delle Linee guida nazionali per la Valutazione d’incidenza, finalizzate alla messa in sicurezza dei siti della rete Natura 2000.  “Ora vigileremo attentamente sull’applicazione regionale”, avvertono le associazioni.

La Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) è la procedura che garantisce che i piani, i progetti e le attività umane siano compatibili con la tutela di habitat e specie di interesse comunitario presenti nei siti di Natura 2000, la rete europea delle aree protette.

“Nel corso degli anni, la cattiva applicazione regionale della Vinca ha portato al degrado di numerosi siti, tanto che nel marzo 2013 abbiamo inviato a Bruxelles un corposo dossier di denuncia sui danni subiti da ben 37 aree sparse in tutto il Paese, inducendo la Commissione europea ad avviare una procedura istruttoria per violazione delle norme comunitarie (EU Pilot 6730/14/ENVI)”, spiegano Lipu e Wwf. “Il lungo confronto che ne è seguito, tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province autonome, oltre che la stessa Commissione europea, ha finalmente condotto all’adozione delle Linee guida, sancita in Conferenza Stato Regioni, che permetteranno un’applicazione piena, uniforme e corretta della normativa comunitaria su tutto il nostro territorio nazionale“.

Se fino ad oggi la tutela di habitat e specie è stata messa in secondo piano, la corretta applicazione della Valutazione di incidenza correggerà questa grave mancanza e contribuirà a fermare la perdita di biodiversità provocata da piani, programmi e progetti sbagliati.

“Le Linee guida nazionali sono il risultato di un approfondito lavoro di concertazione che speriamo diventi la norma per il presente e il futuro. Ora tuttavia occorre che le Regioni e le Province autonome recepiscano rapidamente ed applichino le nuove regole in modo pieno e uniforme, così da dare valore sostanziale a questo importantissimo atto formale” aggiungono le associazioni. “Per tale ragione chiediamo al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione europea di continuare a seguire il processo in corso, al quale a nostra volta dedicheremo il massimo della vigilanza. Troppo seria la crisi della biodiversità, in Italia, in Europa e nel mondo, perché la sua tutela non diventi un dovere primario dei governi, delle amministrazioni e dell’intera società”.

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