La Provincia di Siena ha fatto dietrofront e ha deciso di sospendere il piano di contenimento della volpe con il metodo della caccia in tana. Dopo le proteste degli animalisti, culminate nella protesta di circa 300 manifestanti un mese fa, la giunta provinciale aveva già disposto una moratoria di un mese rispetto all’inizio della caccia previsto per il primo aprile. E ora è arrivato il passo indietro definitivo.

E’ ora auspicabile che tutte le  province – tra cui quelle di Ferrara, Cremona e Nuoro – che hanno adottato politiche di “contenimento” della volpe, compresa la crudele modalità della caccia in tana, di seguire l’esempio di Siena ritirando tali provvedimenti.

La delibera della Giunta provinciale del 23 aprile scorso è definita in una nota della Provincia che la definisce  “funzionale a togliere ossigeno a estremismi e contrapposizioni che rischiano di minare alla radice il metodo di confronto democratico fra le diverse istanze e sensibilità, riportando l’attenzione sulla gestione della fauna selvatica a 360 gradi. La sospensione si propone, inoltre, di riportare serenità di giudizio negli organi preposti all’ adozione degli atti e di tutelare tutti i soggetti a cui sono affidati gli interventi di gestione faunistica”. Ma nella comunicazione non veniva specificato se tale contenimento riguardasse solo quello con il metodo della tana. Di seguito il testo della suddetta delibera.

“Una vittoria bellissima, limpida e netta che dedichiamo a tutti i cucciolotti di volpe che potranno continuare a dormire sonni tranquilli nelle loro tane”. La Lav commenta con queste parole la decisione della Giunta provinciale di Siena che, nella seduta del 23 aprile, ha deliberato la sospensione dei contenimenti di volpe. “Nessuno potrà torcere un pelo alle volpi presenti in provincia di Siena! Ora la Provincia continui in questo percorso”, commenta Massimo Vitturi, responsabile nazionale del settore caccia e fauna selvatica Lav, “prendendo semplicemente atto che uccidere le volpi è un’azione insensata, oltre che crudele, che risponde solamente alle logiche del mondo venatorio. Alla vigilia della ricorrenza del 25 aprile, l’assessore Betti e la Giunta provinciale hanno dimostrato che, se c’è volontà, è possibile liberare la gestione degli animali selvatici dall’approccio venatorio. Oramai non è più rinviabile la ricerca di nuove modalità con le quali rapportarsi con gli animali, lo chiede l’80% dei cittadini che da anni attende la chiusura definitiva della caccia”.

Soddisfazione è stata espressa anche dall’Enpa. “In questa vicenda”, afferma l’associazione, “abbiamo affermato la nostra scelta per il dialogo con le istituzioni, contribuendo a promuovere con gli amministratori locali un confronto complessivo ed approfondito. Siamo pronti a proseguire su questa linea su tutti gli aspetti che riguardano la fauna e la biodiversità, rappresentando la sensibilità degli italiani per una politica serena nei confronti dell’ambiente e di tutte le forme di vita. Siamo certi che insieme potremo affrontare positivamente tutte le questioni sul tappeto, facendoci portavoce della grande attenzione che l’opinione pubblica con la sua mobilitazione ha mostrato di nutrire per tali istanze”.