Il Ministero dell’Ambiente ha elaborato un nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia che sostituisce quello del 2002 e che non prevede più le uccisioni.

“La redazione è stata un processo lungo e complesso che ha previsto la consultazione di Regioni, Province autonome, Ispra e portatori di interesse”, spiega una nota ministeriale. “Nei giorni scorsi il piano è stato trasmesso per l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni”.

Il Piano afferma che non servono gli abbattimenti, ma una strategia in 22 azioni che, a partire da una rigorosa analisi tecnico-scientifica, mirano alla conservazione e alla risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche. “Anche la Commissione Europea ha espresso apprezzamento per il documento”, afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Serve una prevenzione attiva e diversificata dei possibili conflitti e per questo abbiamo previsto, tra le altre novità, azioni specifiche di prevenzione con interventi sperimentali che interessino specifici ambiti territoriali, anche ristretti, che vivono problematiche uniche”.

L’Italia ospita un patrimonio di lupi ragguardevole, circa il 9-10% della consistenza del lupo a livello europeo (esclusa la Russia) e il 17-18% a livello comunitario. Il nuovo Piano lupo rafforza l’impegno del Ministero a sostenere a livello nazionale il monitoraggio di questo animale attraverso il supporto tecnico di Ispra per avere dati sempre più affidabili. “La conservazione di questa specie rappresenta una parte importante dello sforzo che deve essere messo in
atto per mantenere la biodiversità ed assicurare la funzionalità degli ecosistemi presenti nel nostro Paese”, prosegue la nota.

”Occorre conoscere con la maggiore precisione possibile quanti lupi abbiamo in Italia, perché spesso si grida ‘al lupo, al lupo’ ma si tratta di ibridi o di cani vaganti” spiega Costa. “Il lupo è una specie protetta dalla normativa comunitaria e da convenzioni internazionali ed è anche molto studiato, in Italia è stato oggetto dello svolgimento di 18 progetti cofinanziati dalla Commissione Europea, alcuni dei quali attualmente in corso”.

Tra le altre novità del nuovo Piano: l’attualizzazione dei dati sulla distribuzione e consistenza del lupo sulle Alpi; l’eliminazione di un’azione specifica dedicata alle deroghe in quanto la materia è già regolata dalla normativa vigente; un rafforzamento delle indicazioni per Ministeri e Regioni per la definizione di documenti, l’inserimento
fra i temi oggetto di informazione e comunicazione dell’impatto dei cani vaganti e degli ibridi lupo-cane sulla conservazione della specie.

”Con il nuovo Piano trasmesso dal ministro dell’Ambiente Costa alle Regioni, vengono definitivamente cancellate le uccisioni previste sia per i lupi che per gli ibridi e i cani vaganti, previste nelle diverse versioni presentate dal precedente ministro Gian Luca Galletti fra il 2015 e il 2017″, spiega Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici. “Ora ci auguriamo che le Regioni favorevoli all’uccisione dei lupi, Toscana in testa con le Province Autonome di Trento e Bolzano, si mettano a lavorare seriamente per seguire le istruzioni di un Piano che prevede esclusivamente azioni di prevenzione non cruente, a tutela del Lupo e delle attività umane che si svolgono sul suo territorio”. Secondo Vitturi è inoltre “fondamentale il rafforzamento delle azioni di prevenzione e repressione del bracconaggio”.

Il Piano è stato accolto con soddisfazione dalle maggiori associazioni animaliste e ambientaliste.

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