Limiti più severi al commercio di elefanti africani catturati in natura e destinati a zoo e circhi, conferma del divieto del commercio d’avorio, messa al bando del commercio della lontra liscia, rafforzamento della protezione delle giraffe, di numerose specie di squali (in particolare lo squalo mako), di diverse tartarughe, coralli e legni tropicali. Viene inoltre riconosciuto il ruolo critico delle comunità locali e indigene. Sono le decisioni adottate dalla 18esima Conferenza delle parti Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che si è conclusa il 28 agosto a Ginevra.

La Conferenza, cui hanno partecipato delegazioni di oltre 180 Paesi e centinaia di organizzazioni internazionali, ha così confermato la linea protezionistica.

Numerosi sono stati i temi discussi con ricadute dirette sul tessuto economico e sociale dell’Italia, in particolare nei settori della moda, dell’arredamento, degli strumenti musicali, dove è ampio l’impiego di prodotti derivati da specie animali e vegetali protette. Di particolare interesse anche i dibattiti sull’esclusione dalla regolamentazione Cites di alcuni prodotti finiti, come gli strumenti musicali composti da materiali in dalbergia (palissandro)

La Cites ha anche approvato con il 75% dei voti il divieto di cattura in natura e commercio di elefanti selvatici, nonostante il parere negativo di Usa e Giappone. L’emendamento era stato fortemente sostenuto dai pareri scientifici degli specialisti della Commissione Elefanti Africani dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, che  ha dichiarato che ”non vi è alcun vantaggio in termini di conservazione delle specie a rischio, nell’esser prelevate nel proprio habitat ed esser trasferite in strutture in cattività”.

”E’ indubbiamente una vittoria storica, non solo per gli elefanti ma anche perché per la prima volta la Cites viene chiamata in causa esclusivamente per questioni di benessere e rispetto degli animali”, commenta Ilaria Di Silvestre di Eurogroup4animals, il coordinamento di associazioni animaliste europee.

Per le associazioni animaliste il voto rappresenta un ottimo precedente da richiamare nelle battaglie future ma non è un provvedimento risolutivo del problema perché, ad oggi, circhi e zoo possono continuare ad effettuare riproduzioni in cattività, continuando a sfruttare gli animali per fini ludici.

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