E’ il  13° Paese in Europa a fare questo passo. In Italia ancora attivi 16 allevamenti di visoni, dove ogni anno sono uccisi circa 180 mila animali 

Il Parlamento slovacco ha approvato il 17 ottobre la legge che mette fine all’allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce. La Slovacchia è il 13° Paese europeo a vietare questa forma di allevamento: il divieto sarà effettivo dal 1° gennaio 2021, ma gli allevamenti esistenti avranno tempo sino a fine 2025 per dismettere l’attività.

Dopo avere documentato con investigazioni mirate le gravi condizioni di sofferenza di animali “da pelliccia” negli allevamenti del Paese, forte anche del sostegno di quasi 80 mila cittadini che hanno firmato una petizione dedicata, la Ong slovacca Humànny Pokrok (“Progresso umano”, partner della Lav nell’ambito del network internazionale Fur Free Alliance), in soli sette mesi di mobilitazione è riuscita a far depositare una specifica proposta di legge e ad avviarne l’iter legislativo, fino all’approvazione, a larga maggioranza. Centosette su centocinquanta membri del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, l’Assemblea legislativa, hanno votato a favore del divieto.

“È una grande vittoria per gli animali e un segno che la società slovacca sta progredendo, e decine di migliaia di persone sono pronte a difendere gli animali. La Slovacchia ha fatto un grande passo avanti oggi e speriamo che questo sia l’inizio di un nuovo futuro più luminoso per gli animali nel nostro Paese”, ha affermato Martin Smrek di Humánny Pokrok.

In Slovacchia sono presenti un allevamento di visoni (con cinquemila animali uccisi ogni anno) e almeno altri otto allevamenti di conigli destinati alla produzione di pellicce. In Italia la situazione è ancora più drammatica: risultano infatti ancora attivi 16 allevamenti di visoni, che ogni anno causano la morte di circa 180 mila animali.

“Negli Stati Uniti, con il divieto recentemente approvato in California e in discussione in altri Stati, la vendita di pellicce sta ormai diventando una pratica illegale; in Europa sempre più Stati membri mettono al bando gli allevamenti ‘di pellicce’ . Quello della Slovacchia è un nuovo importante esempio da seguire per i nostri Governo e Parlamento, in linea con l’impegno di programma della maggioranza per la tutela degli animali”, dichiara Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free, concludendo con un chiaro appello alle istituzioni: “Siano esaminate le proposte di legge che abbiamo presentato in ben tre distinti testi (C99, C177, S211) e che attendono da anni sia alla Camera che al Senato”.

I divieti vigenti

 In area Ue, hanno vietato l’allevamento di animali “da pelliccia”:

  • Regno Unito (dal 2000), Danimarca (dal 2009 vietate solo le volpi), Austria (2004), Olanda (dal 2024), Croazia (2017), Slovenia (2013), Repubblica Ceca (2019), Lussemburgo (2018), Belgio (dal 2023).
  • In Spagna dal 2007 non è più possibile avviare nuovi allevamenti.
  • In Germania dal 2022 entreranno in vigore standard minimi strutturali per assicurare un migliore trattamento degli animali ma che, di fatto, hanno già portato alla chiusura di tutti gli allevamenti esistenti.
  • In Svezia è già stata approvata la dismissione di allevamenti di cincillà e volpi.

Il divieto all’allevamento di animali “da pelliccia”è già stato approvato anche da altri cinque Stati in area europea:

  • Repubblica di Macedonia (2014), Serbia (2019), Bosnia ed Herzegovina (dal 2029), così come in Norvegia (dal 2025), e Svizzera.

(Immagine Lav)