Gli attivisti di Peta (People for the ethical treatment of animals) invitano a boicottare i prodotti con pelliccia di coniglio d’angora, denunciando, immagini alla mano, che negli allevamenti cinesi gli animali vengono scuoiati vivi.

In un video diffuso dagli animalisti, si vedono degli allevamenti di conigli d’angora bianchi, nei quali gli animali sono appesi ad assi di legno in stanze piene di gabbie, mentre degli operai li scuoiano vivi tra grida strazianti. Strappare le pellicce in questo modo è più lucroso per le aziende, perché il prodotto risulta “di migliore qualità”, secondo fonti dell’organizzazione animalista.

“Peta lancia un appello ai consumatori mentre si avvicina Natale e il Capodanno cinese: leggete bene l’etichetta sui pullover o i foulard”, ha dichiarato il vicepresidente di Peta-Asia in un comunicato. “Se c’è scritto ‘angora’, ricordatevi di questi simpatici conigli, la cui pelliccia viene strappata crudelmente dalla loro pelle”, ha aggiunto.

Un attivista ha visitato da infiltrato 10 allevamenti tra giugno e settembre, la metà dei quali lavorava su animali vivi”, ha spiegato la portavoce di Peta, Ashley Fruno. “Le altre aziende tagliano la pelliccia o rasano gli animali, ma il procedimento li fa comunque soffrire”, ha sottolineato. Le fabbriche riprese nel video si trovano nella province cinesi di Jiangsu e Shandong. E i numeri sono preoccupanti: stando a quanto riferito da Peta, il 90% delle pellicce d’angora nel mondo proviene proviene proprio dalla Cina.

Natalie Imbruglia (foto Peta)

Natalie Imbruglia (foto Peta)