Plutarco nel “De sollertia animalium” dice che certo la razionalità animale è imperfetta rispetto a quella umana, ma queste differenze intercorrono anche tra esseri umani; e in un altro dialogo, “Bruta animalia ratione uti”, a chi obietta come sia una forzatura attribuire la ragione a esseri che non hanno una nozione innata della divinità, Plutarco risponde ricordando che anche tra gli esseri umani ci sono degli atei.