Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota stampa di Enpa, Lac, Lav, Enpa, Legambiente, Lipu e Wwf 

Fucili all’interno dei parchi e delle città, a qualsiasi ora e in tutti i giorni dell’anno, ma anche cancellazione del ricorso ai prioritari metodi incruenti e parere Ispra declassato a documento non vincolante. Il tutto finanziato con dieci milioni di euro l’anno.

Con alcuni emendamenti alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe depositati nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera dalla Lega e da alcuni deputati di Forza Italia si vorrebbe dare il via a una stagione di totale deregulation venatoria, nella quale i cacciatori potrebbero sparare ovunque e per farlo sarebbero anche pagati, con denaro pubblico.

Con il pretesto del contenimento dei danni all’agricoltura, si vuole incentivare il modello venatorio, proprio quel sistema che nel corso degli anni, non solo ha dimostrato la sua totale inefficacia, ma ha addirittura contribuito a incrementare i danni. Come dimostrato nel caso dei cinghiali, per il quale è oramai assodato che la caccia contribuisce ad aumentare il numero di animali sul territorio e quindi i danni da questi prodotti.

È inaccettabile che la conversione in legge del Decreto Milleproroghe diventi terreno di conquista su argomenti totalmente estranei alla materia, ad uso e consumo di schieramenti politici in cerca di consenso.

Autorizzando la caccia sempre, ovunque e a qualsiasi specie, persino a quelle protette, gli emendamenti favorirebbero il bracconaggio e incrementerebbero i rischi per i cittadini con una vera e propria ‘militarizzazione’ del territorio, nel quale agirebbero, come mercenari, i cacciatori sostenuti da un finanziamento annuo di dieci milioni di euro”, denunciano Enpa,Lac, Lav, Enpa, Legambiente, Lipu e Wwf. “Per questo motivo chiediamo con forza che gli ‘emendamenti sparatutto’ siano dichiarati inammissibili. La prevenzione dei danni all’agricoltura è argomento serio che necessita di approfondimenti scientifici e non può essere lasciato agli appetiti di forze politiche alla disperata ricerca di consenso”.