Un bambino di 10 anni di Osimo è ricoverato in prognosi riservata per ferite al collo e al volto provocate da piombini da caccia nel reparto di Rianimazione pediatrica nell’Ospedale Salesi di Ancona.

Del caso si stanno occupando i carabinieri della compagnia di Osimo. Secondo quanto emerso finora, il bimbo sarebbe stato raggiunto da alcuni piccoli pallini da caccia sparati per errore contro un blocco di cemento, che sarebbero poi rimbalzati colpendo il piccolo. I pallini sarebbero partiti dal fucile di un collega di caccia del padre.

Di seguito, la nota stampa delle associazioni, che si appellano al Parlamento e chiedono nel decreto sicurezza un giro di vite per tutelare i cittadini, nonché lo stop al coinvolgimento dei minori e agli spari la domenica.

“Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf sono sgomente per l’ennesimo “incidente” venatorio nell’anconetano di cui è rimasto vittima un bambino di dieci anni, ferito da numerosi pallini da caccia.E’ inaccettabile che minorenni vengano coinvolti a vario titolo nell’attività venatoria: i bambini devono essere tenuti lontani dalle armi e da situazioni di grave e immediato pericolo. Nell’auspicare una pronta e piena guarigione del piccolo, le associazioni sottolineano come la situazione sia ormai sfuggita di mano, diventando incontrollabile. Con morti e feriti, sempre più spesso giovanissimi, le doppiette rappresentano un autentico problema di ordine pubblico, una vera emergenza nazionale, che come tale dev’essere affrontata e gestita. Ne va della vita delle persone, anche degli stessi cacciatori e di centinaia di milioni di animali.

Per questo Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf lanciano un forte appello al Parlamento e al governo affinché intervengano tempestivamente per tutelare i cittadini con un giro di vite sull’attività venatoria; misure ragionevoli e di buon senso finalizzate a limitare lo strapotere delle “doppiette”.

«Quale migliore occasione del “Decreto Sicurezza”, in votazione il 5 novembre al Senato, per proteggere i diritti delle persone alla vita, all’incolumità, alla libertà di movimento, al godimento della natura? Diritti da troppo tempo minacciati o negati da una minoranza armata. Per questo chiediamo a tutti i senatori di farsi portatori di queste istanze, vietando il coinvolgimento dei minori nell’attività venatoria introducendo il divieto di sparare la domenica, giornata in cui famiglie e bambini frequentano campagne e boschi, ma anche prevedendo controlli adeguati sulle condizioni psico-fisiche dei cacciatori». Infatti, contrariamente a quanto accade oggi con norme troppo permissive e pericolose, chiunque si trovi ad imbracciare un’arma dovrebbe invece dimostrare di trovarsi in un perfetto stato di salute, con vista e udito in piena efficienza. E ancora: i permessi per la detenzione di armi da caccia dovrebbero essere rinnovati non più ogni cinque anni – come stabilisce l’attuale normativa – ogni tre sino al compimento del 65mo anno d’età e con cadenza annuale fino al 75mo anno d’età. Al compimento del quale il cacciatore deve essere obbligato ad appendere la “doppietta” al chiodo.

«Chiediamo inoltre – proseguono Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf – che siano aumentate le distanze di sparo da abitazioni, luoghi di lavoro, strade e ferrovie, minacciati da armi sempre più potenti; che le carabine non siano affidate a giovani sotto i 25 anni; che i turisti siano liberi di godere le vacanze e dunque che anche nella caccia di selezione i fucili tacciano nei mesi primaverili ed estivi; che il mese di settembre, ormai alta stagione per l’economia basata sul turismo rurale, sia esente da ogni forma di spari».

Quello della stagione venatoria è un vero bollettino di guerra, che conta ogni anno decine e decine di vittime tra morti e feriti. «<E’ una strage annunciata – concludono le associazioni – Parlamento e Governo non se ne rendano più complici».