Anche gli animali hanno i loro santi.  La tradizione della Chiesa cattolica ci riporta 2000 anni di storie di santi e animali su cui riflettere, specialmente in un’epoca in cui si ritiene lo sfruttamento spietato della creazione come necessario e “connaturato” all’uomo.

Ma perché il nome di un santo è legato a un particolare animale, talvolta anche nella sua iconografia? La risposta è duplice: nella sua vita vi è qualche episodio in cui è presente un non umano, oppure è la  leggenda o la tradizione orale che gli assegna il compito di protettore di quattrozampe, uccelli e insetti.

Bisognerebbe riscoprire tutti gli esempi positivi dei santi che, proprio in virtù della loro santità, hanno sviluppato una compassione reale nei confronti degli animali.  Intanto, vediamo chi sono.

Animali (generici): San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio abate

Animali da cortile: Santa Brigida d’Irlanda e Santa Farailde di Gand

Api: Sant’Ambrogio, San Bernardo da Chiaravalle

Bachi da seta: San Giobbe

Bovini: San Cornelio, San Colmano di Stockerau

Cani: San Vito, San Rocco

Cavalli: San Marcello, San Martino di Tours, Sant’Antonio abate, San Giorgio, Sant’Eligio, Sant’ Alor di Quimper

Colombi: Santa Colomba

Gallinacei: San Gallo, Santa Farailde di Gand

Gatti: Santa Gertrude di Nivelles

Maiali: San Gilda, Sant’Antonio abate

Muli: San Gerardo Maiella

Oche: San Martino di Tours

Uccelli: San Biagio

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